Le maschere della rabbia
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Sospesi
La ricerca del benessere attraverso l’utilizzo dell’immagine e del suo potenziale. Con questa accezione abbiamo scelto di ospitare la mostra fotografica Sospesi, risultato della collaborazione tra il nostro Studio di psicologia clinica e la fotografa Simona Arnone.
L’idea è nata quasi per caso e si è trasformata piano piano in un affascinante progetto: raccontare percorsi di vita, esplorare temi intensi, valorizzare talenti, attivare riflessioni e piacevoli momenti di condivisione, integrando diversi contributi, dal mondo della psicologia, della fotografia, delle arti, della scienza, della cultura… Le neuroscienze dimostrano che quando contempliamo qualcosa di bello si attiva l’area celebrale del piacere. Le immagini fotografiche possono suscitare emozioni talmente intense da attutire il dolore sordo dello spirito. È il potere curativo della bellezza. È un’esperienza nuova che ci auguriamo possa essere l’inizio di un percorso che incontri le più anime, artisti, pazienti, psicoterapeuti, persone… utile a creare piccoli spazi di salute mentale e creatività.
Dottoressa Monica Vanzella
SOSPESI - Simona Arnone
mostra fotografica a cura di Michela Lupieri
15 Settembre 2022
Breve video reel instagram della mostra
Graphie/
workshop di fotografia
Rileggere la propria storia di vita, esplorare temi intensi, attivare riflessioni e piacevoli momenti di condivisione, integrando il contributo della psicologia e della fotografia. L’idea, nata quasi per caso, si è trasformata in un insolito ma affascinante progetto: esprimere con le immagini qualcosa di séstessi, attraverso una elaborazione personale, un autoritratto.
L’esposizione di queste foto è il prodotto del workshop di fotografia Grafie, nato dalla collaborazione tra il nostro Studio di psicologia clinica, Simona Arnone e Michele Tajariol, ma è soprattutto il risultato del percorso esperienziale ed emotivo che i partecipanti hanno svolto, con motivazione ed autenticità, trasformando le proprie emozioni e i propri vissuti in qualcosa di nuovo, ricercato, unico. Un allestimento suggestivo che narra vissuti, fragilità, resilienza, perdono, malinconia, rinascita e fiducia… Quella fiducia verso la vita, le proprie risorse, la capacità di incidere sul proprio presente e futuro che ci auguriamo per tutti nel nostro lavoro clinico quotidiano.
Alcuni ritratti del workshop
Psicologo a bordo
L’esperienza del mare fatta in barca a vela è ricca d’implicazioni dal punto di vista psicologico, anche se in letteratura scientifica è molto difficile trovarne una trattazione articolata e ben definita (Stadler, 1989).
In verità già da trent’anni in Europa, e da quindici anche in Italia, si pensa alla vela non solo come a una semplice attività di svago, ma come a una vera e propria palestra di vita. Solo pochi anni fa l’idea che una branca della scienza finora associata solamente al lettino dello psicoanalista potesse essere importante in mare avrebbe fatto scuotere la testa alla maggior parte dei navigatori.
Oggi si pensa che molti aspetti della navigazione meritino l’attenzione dello psicologo. L’attenzione all’elemento umano come fattore di sicurezza a bordo. Quanti incidenti sono legati a questo fattore? Problemi della leadership e dello stile di comando a bordo, fattori strategici in lunghe traversate e regate d’alto mare. Ruolo che l’andar per mare ha sullo sviluppo della personalità.
Ritrovare la propria identità.
Guadagnare fiducia in se stessi.
Acquisire nuove capacità.
Lavorare per necessità come parte di un team.
Dottoressa Margherita Gobbi
Le storie che curano
itinerario formativo esperienziale
tra fiabe, miti e leggende del femminile
Margherita Gobbi
Psicologa, psicoanalista
STUDIO DI PSICOLOGIA CLINICA, PORDENONE
SABATO 26 NOVEMBRE dalle 14.30 alle 18.30
SABATO 3 DICEMBRE dalle 14.30 alle 18.30
Il seminario si articola in due sessioni di lavoro di quattro ore dove si alterneranno momenti di riflessione teorica, letture mirate di testi scritti, lavoro di gruppo a partire dalle esperienze dei partecipanti.
Negli ultimi anni c’è stato un fiorire di studi e di lavori sull’interpretazione psicoanalitica della fiaba, sulla capacità terapeutica del “racconto”.
Le storie “curano” e curano in quanto prodotto dell’immaginario e dell’esperienza collettiva, rappresentando l’espressione dei modelli psicologici fondamentali.
Le fiabe ci raccontano i riti, gli archetipi della comunità in cui viviamo, e forse anche qualcosa di più antico e profondo che riguarda la memoria stessa della nostra identità, a partire dal linguaggio, che è in ultima analisi la radice ultima della nostra specificità di esseri umani.
La riflessione sulla psiche, considerata nei suoi aspetti culturali e simbolici più profondi, proprio come il mondo incantato delle fiabe, si interroga e vuole offrire uno sguardo sui significati ultimi del senso dell’esistenza, sui comportamenti da perseguire, sui divieti e sui tabù utili per la comprensione di sè e del mondo.